Sindrome Premestruale e Dismenorrea

Nel corso dell’età fertile, alcune condizioni specifiche quali la sindrome premestruale (SPM) o la dismenorrea possono trarre notevoli benefici da un corretto approccio nutraceutico. La sindrome premestruale (SPM) è presente, in forme e gravità differenti, in circa l’80 % della popolazione femminile. Si tratta in realtà di una sindrome complessa, multiforme, caratterizzata da sintomi soggettivi in quanto tipologia ed intensità, capaci di interferire con l’attività lavorativa e di mutare – seppur temporaneamente – la vita di relazione della donna. Non di rado, la SPM è associata alla dismenorrea – soprattutto nell’età adolescenziale – disturbo comune che interessa circa il 60% delle donne, che lamentano dolore ciclico e crampiforme, nell’arco di poche ore prima o appena dopo l’inizio della mestruazione che si protrae per 48-72 ore. Si tratta di un problema, spesso invalidante, che non sempre può essere trattato esclusivamente con il farmaco (FANS) sia in presenza di controindicazioni che di effetti collaterali di grado lieve-moderato. In entrambi i casi la causa è facilmente riconducibile – in primis – alle oscillazioni dei livelli ormonali che segnano il ciclo mestruale: risulta evidente che l’intervento terapeutico debba essere – anche valutando un approccio naturale – rivolto alla stabilizzazione dell’equilibrio neuroendocrino, contribuendo nel contempo a ridurre la vasta serie di sintomi psico-fisici. Un approccio razionale prevede quindi il ricorso a quelle piante capaci di esercitare un’azione mirata sull’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie, dotate di quella che viene definita “azione ormonosimile”: mimando la funzione fisiologicamente svolta dagli ormoni e/o influenzando la produzione di questi ultimi, questi principi attivi consentono di trattare preventivamente il problema. A tale scopo ne viene consigliata l’assunzione – secondo il caso specifico – in periodi ben prestabiliti, ad esempio dal 14°-16° giorno fino al 25° giorno del ciclo.

3.1      La giusta integrazione

Tralepiantepiùindicateatalescopofigural’Agnocasto (Vitexagnuscastus) particolarmente efficace per la sua attività similprogestinica, sulla maggior parte dei sintomi della SPM e della dismenorrea: dai frutti maturi essiccati si ricava un estratto ricco di principi attivi che dimostrerebbero una spiccata organospecificità per il lobo anteriore dell’ipofisi, a livello del quale stimolerebbero la secrezione di LH ed inibirebbero la produzione di FSH. Viene inoltre innescata la riduzione della secrezione di prolattina (spesso aumentata in caso di stress), con un’azione analoga a quella esercitata dalla dopamina: il neurotrasmettitore ipotalamico si lega ai recettori D2 presenti nell’ipofisi ed inibisce il release di prolattina, attraverso una riduzione dei livelli di AMPc. La modulazione ormonale viene inoltre completata da una rilevante efficacia sintomatica – grazie alla componente flavonoidica data da un leggero effetto sedativo a livello centrale, per un effetto endorfinosimile sui recettori oppioidi. I preparati a base di Agnocasto hanno dimostrato – in studi prospettici e randomizzati, in doppio cieco, verso placebo – la capacità di ridurre sensibilmente i sintomi della sindrome premestruale e della dismenorrea in seguito ad un trattamento di soli tre mesi. Interessanti anche i risultati ottenuti in caso di mastopatia fibrocistica a componente algica. La pianta – secondo altri studi – risulterebbe indicata anche per normalizzare l’ovulazione e ripristinare il ciclo mestruale (specialmente se abbinato al Lampone o Rubus Idaeus) dopo le interruzioni causate dall’uso di una pillola contraccettiva

Se utilizzati in concomitanza ad estrogenosimili – allo scopo di mimare una terapia estro- progestinica – i preparati di Agnocasto vanno assunti nella seconda metà del ciclo. Tra           i nutraceutici indicati nella SPM e nella dismenorrea si distinguono per efficacia anche elementi quali il Magnesio – capace di modulare la risposta nervosa riducendo l’eccitabilità dei neuroni, ma anche di ridurre la ritenzione idrica – le vitamine del gruppo B e la Vitamina  E, capace di sopprimere l’ossidazione dell’acido arachidonico, diminuendo la produzione di Prostaglandina E2.

  1. Sollievo sintomatico

Grazie alla loro efficacia antinfiammatoria, decongestionante ed analgesica – ma anche prettamente ormonosimile – anche il Ribes nero (Ribes nigrum) ed il Lampone (Rubus idaeus) possono dare un contributo efficace nel trattamento della sintomatologia dolorosa connessa al ciclo: all’azione spasmolitica del lampone – capace di indurre il rilasciamento delle  fibre  muscolari  uterine,  contribuendo  alla  riduzione  della  forza  e della frequenza delle contrazioni – si associa un effetto estrogenosimile utile al fine   di un riequilibrio del sistema endocrino femminile. Sinergica l’attività antiflogistica, antidolorifica, decongestionante ed antiedemigena del Ribes.

Particolarmente indicati per la loro azione antispastica anche gli estratti di Finocchio (Foeniculum volgare) – indicati per decongestionare l’apparato  gastrointestinale  in  virtù della loro attività digestiva e regolatrice del transito – e quelli di Angelica cinese (Angelica sinensis), anche nota come “Dong Quai”. Quest’ultima vanta un uso secolare nell’ambito della Medicina Tradizionale Cinese – nel trattamento dei sintomi e delle problematiche legate alla sfera ginecologica, tanto da essersi guadagnata la definizione di “pianta delle donne”.

L’estratto ottenuto dalle radici – ricco di principi attivi quali un olio essenziale,  contenente alchilftalidi, acidi fenolici, benzenoidi e cumarine – rientra frequentemente nelle formulazioni naturali mirate al trattamento di problematiche femminili quali dismenorrea, amenorrea e sindrome premestruale, in associazione ad altri principi attivi dall’azione sinergica. Trova – nella Medicina Tradizionale Cinese – indicazione elettiva anche nel trattamento dei sintomi vasomotori tipici della menopausa. Ben documentata la sua efficacia nel trattamento della sintomatologia dolorosa – tipica della dismenorrea e della SPM – che si fonda sull’azione di rilasciamento della muscolatura dell’intestino e dell’utero.

  1. Gli acidi grassi essenziali nei disturbi del ciclo

Alcuni studi in doppio cieco controllati con placebo hanno dimostrato che gli acidi grassi insaturi – in particolare l’acido gamma-linolenico – tra le molteplici attività biologiche svolte, sembrerebbero in grado di “modulare” l’azione di alcuni ormoni e soprattutto che la Prostaglandina E1 – prodotta a partire da alcuni acidi grassi polinsaturi – contribuisce ad attenuareglieffettidell’iperprolattinemia. L’acidogamma-linolenicopuòinoltresopprimere l’infiammazione, sia inibendo la sintesi delle prostaglandine pro-infiammatorie (PGE2) e dei leucotrieni, che favorendo la produzione di prostaglandine della serie 1  (PGE1) dotate   di attività antiflogistica, vasodilatatrice, antiaterogena, cardioprotettiva e antiaggregante piastrinica.

Gli oli di Enotera (Oenothera biennis) e Borragine (Borago Officinalis), rappresentano un’ottima fonte di acidi grassi polinsaturi come l’Acido Gamma-Linolenico (GLA) e l’Acido Oleico, proposti come integratori alimentari per il trattamento di svariati problematiche, che includono sindrome premestruale, mastodinia, sintomatologia menopausale.

I sintomi tipici della SPM che più degli altri rispondono al trattamento sono l’irritabilità, la ritenzione idrica, il dolore e la tensione al seno: già dopo il primo mese di trattamento è possibile rilevare un significativo miglioramento della sintomatologia presentata. Unica controindicazione ad un trattamento con l’olio di Enotera (Oenothera biennis) è data dall’uso concomitante di farmaci anti-convulsivanti, a causa di un potenziale abbassamento della soglia degli attacchi convulsivi

Fonte: Farmaimpresa