Potenza – La sterilità di coppia è una patologia in continuo aumento, oggi giorno sempre più coppie si rivolgono alle tecniche di PMA IN VITRO per poter risolvere il loro problema. I dati che fanno da contorno sono oramai di dominio pubblico: diminuzione del potenziale di fertilità sia nell’uomo che nella donna, che si traduce in una riduzione del numero di spermatozoi e in una sempre peggiore qualità degli stessi. Tra le ragioni sicuramente molto è dovuto all’influenza dell’ambiente nel quale vive oggi l’uomo occidentale: interferenti endocrini e minerali pesanti sono sempre più ospiti del nostro corpo – in primo luogo dell’apparato riproduttivo – tanto da aver fatto di esso stesso un indicatore della qualità dell’ambiente nel quale viviamo. E forse proprio alle mutazioni dell’ambiente dove viviamo – si vedano in particolare i dati provenienti dalla Val d’Agri – si deve volgere lo sguardo per capire l’origine delle neoplasie che oggi molto più di ieri colpiscono soggetti in età fertile; creando una significativa popolazione che per il proprio status di (ex) paziente oncologico non riesce ad avere figli. Una delle risposte possibili ci viene dalla scienza medica. Dal 25 luglio del 1978, data in cui nacque Louise Brown grazie alla prima FIVET eseguita da Robert Edwards, ad oggi tanti progressi sono stati fatti nell’esecuzione di tali metodiche. I due punti cruciali di tale metodica in grado d’influenzare positivamente l’esito sono, come emerge dai più recenti congressi e dibattiti tra gli operatori, la qualità ovocitaria e la comprensione ed il miglioramento dell‘impianto embrionario.Scopo di tale incontro è quello di informare i partecipanti, ginecologi medici della medicina generale biologi e ostetriche sullo stato attuale e sulle novità diagnostiche e terapeutiche in tale settore della procreazione medicamento Assistita.

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Di seguito si pubblica il programma: https://www.eutylia.it/img/cms/INFERTILITA_POTENZA.pdf